3 - LA PRATICA DELLA PAZIENZA - NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

3 - LA PRATICA DELLA PAZIENZA

Alleniamoci ad agire deliberatamente (invece di reagire automaticamente)
Cavalchiamo e domiamo la nostra rabbia

NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

Che cosa intendiamo per Pazienza?

La definizione di Pazienza su cui vogliamo focalizzarci è: la non aggressività di fronte a un oggetto di rabbia.

Per oggetto di rabbia intendiamo qualcosa (una situazione, una persona, un luogo, un oggetto), che provoca (automaticamente) un reazione di rabbia, che ci toglie dalla nostra zona di comfort, che provoca un sentimento di avversione, la voglia di allontanare quella situazione.

La Pazienza è la qualità di una persona che di fronte ad un oggetto di rabbia, non reagisce (cioè non agisce automaticamente) in modo aggressivo con corpo, parola e mente.

Possiamo individuare 3 Livelli di Allenamento:

  1. non reagire (automaticamente) fisicamente, laddove per fisicamente non si intenda solo la reazione con atti violenti, ma anche in altro modo, come con l'espressione del viso, con il modo in cui ci muoviamo, con il modo in cui manifestiamo una certa aggressività fisicamente (postura, ecc.);
  2. non reagire (automaticamente) verbalmente;
  3. non reagire (automaticamente) mentalmente.


Non essere aggressivi di fronte ad un oggetto di rabbia non significa reprimere il sentimento di rabbia.

Non intendiamo dire che dobbiamo costringerci a non reagire e a rimanere pieni di rabbia, a “mandare giù” non permettendo alla rabbia di uscire (anche perché sicuramente in qualche modo e da qualche parte la rabbia si manifesta).

Ricordiamo che la rabbia ha una grande forza, che dobbiamo trovare il modo di direzionarla, non di tenerla dentro.

Se reprimiamo la rabbia otterremo l'effetto di esplodere o implodere !!

Il primo passo è renderci conto osservandoci (senza giudicare) che la rabbia si è “risvegliata”, e poi evitare di reagire automaticamente.

Siamo fatti di abitudini, quindi più agiamo in un modo e più andremo ad agire nello stesso modo; più reagiamo in un modo e più andremo a reagire nello stesso modo; più ci arrabbiamo e più ci arrabbieremo.

La rabbia non ha una quantità che si esaurisce se ci sfoghiamo, se la lasciamo uscire: al contrario, più manifestiamo la rabbia e più saremo portati a farlo ancora.

Nella Pratica della Pazienza parliamo di rabbia perchè possiamo considerare la rabbia come l'opposto della pazienza, non possiamo parlare di pazienza senza parlare di rabbia.

Noi siamo convinti che c'è qualcosa “all'esterno” che ci “costringe” a reagire con rabbia (perché “non mi piace, non sono d'accordo, è ingiusto, non dovevi farmi/dirmi questo, come ti permetti di comportarti così, questa cosa non va bene, ho già subito abbastanza”, ecc.).

Quando ci arrabbiamo ci consideriamo una vittima di una situazione esterna.

Quando ci arrabbiamo, affermiamo spesso che non siamo noi a volerci arrabbiare, ci consideriamo una vittima del mondo che ci costringe ad arrabbiarci. Ad esempio pensiamo che se quella persona non avesse fatto (o detto ..) quella cosa non ci saremmo arrabbiati.

Se non fosse per gli altri potremmo essere perfetti, felici, sereni” .. non è così !!

Le reazioni di rabbia non sono solo una abitudine, rappresentano anche l'incapacità di gestire le nostre energie, anche se non è possibile trattare in maniera esauriente in questo contesto questo aspetto.

Gli oggetti (situazioni, persone, luoghi ..) esterni sono solo degli “attivatori” della nostra rabbia, che è stipata dentro di noi ed è “richiamata” fuori ..

La prova che gli oggetti “fuori” siano solo degli “attivatori” è data dal fatto che se ci allontaniamo volontariamente da quelli che consideriamo oggetti di rabbia, per un po' siamo sereni, ma trascorso un periodo di tempo più o meno lungo, troveremo comunque qualcosa che non va con cui prendercela, per cui saremo di nuovo “giustificati” ad arrabbiarci.
Non è successo anche a voi?
Questo dimostra che in realtà non siamo vittime.

C'è un tipo di rabbia che tende ad essere come odio, può essere volontà che l'altro soffra, o addirittura volontà di fare direttamente del male a qualcuno. Questo capita un po a tutti, anche se spesso non è consapevole, ed è difficile ammetterlo.
Un esempio piuttosto diffuso, di cui tutti siamo testimoni, è quando si gioisce per la sofferenza di qualcuno che secondo noi se lo merita (es.: se qualcuno – per noi oggetto di rabbia - si fa male, affermiamo “ben gli sta ..”).

Le nostre reazioni di rabbia (ad es. se alziamo il tono della voce e usiamo parole pesanti ..) hanno l'obiettivo di colpire l'altro, di trovare un punto debole, per fare del male, per provocare sofferenza.

Anche se non ci riteniamo “cattivi” quando siamo arrabbiati ci manifestiamo fisicamente, verbalmente o mentalmente con una modalità che ha l'obiettivo di colpire l'altro, anche se non lo facciamo deliberatamente questo sarà comunque il risultato.

Quando chi ci è vicino agisce con aggressività, anche se non siamo il suo “bersaglio di rabbia”, ci colpisce comunque.

Quando siamo aggressivi non crediamo di fare del male alle persone che non rappresentano per noi oggetto di rabbia in quel momento.

Se siamo arrabbiati e ci comportiamo aggressivamente facciamo del male soprattutto a chi ci è vicino, soprattutto a chi ci vuole bene.

A seguito delle nostre reazioni, nel tempo, pian piano si creeranno dei muri, che creeranno una divisione e diminuirà la spontaneità, o talvolta sparirà del tutto.

Se una persona ci parla spesso in modo aggressivo, la volta successiva in una situazione simile ci aspetteremo che lo faccia di nuovo, cercheremo così di evitare quella situazione.
A nessuno piace essere vicino a qualcuno che è arrabbiato, aggressivo.

È possibile perdere la sincerità per paura della reazione aggressiva, o semplicemente perché non si ha voglia di trovarsi davanti all'aggressività dell'altro, perché non è piacevole.

Più c'è una attitudine alla rabbia e più i rapporti diventano superficiali, “falsi”, ci si allontana.
Anche le persone più vicine a noi possono creare una “distanza”, anche se ci vogliono bene si allontanano.

Non è piacevole stare accanto a una persona arrabbiata, per cui alla fine adotteremo delle strategie per evitare di far emergere la rabbia, potremmo arrivare persino ad evitare di stare con quella persona per “proteggerci”.

Nel tempo potremmo riuscire a gestire la nostra attitudine alla rabbia, potremmo riuscire a superarla, questo non garantisce la cancellazione degli effetti delle nostre reazioni dalla memoria delle persone che amiamo, potrebbe accadere che nella relazione con queste persone si siano formati dei “nodi” che non hanno più voglia di sciogliere.

La rabbia fa male prima di tutto a noi stessi !!

Come possiamo noi stessi testimonarie, quando ci arrabbiamo, seppure per poco tempo, il danno (l'effetto) che si va a creare è spesso molto peggio della situazione per cui ci stiamo arrabbiando.

Le reazioni di rabbia fanno del male soprattutto a chi ci vuole bene e a cui vogliamo più bene, agli altri spesso poco importa se siamo aggressivi o meno.

Se vediamo per strada ad esempio una persona arrabbiata, ci dispiace, però spesso non ci colpisce tanto come se fosse qualcuno a cui vogliamo bene.

Le reazioni di rabbia lasciano dei segni, delle cicatrici, delle ferite, che richiedono anni per essere guarite.

Se noi prendessimo un coltello e ci tagliassimo il braccio una volta, lo faremmo di nuovo? Certamente no, perché conosciamo le conseguenze di quel gesto.

Se noi fossimo in grado di vedere (e di ricordare) il male che le reazioni di rabbia producono a noi stessi e agli altri, così come possiamo vedere il male che ci possiamo fare tagliandoci con un coltello, non ci arrabbieremmo più.
Probabilmente considereremmo la situazione comunque ingiusta, o spiacevole, ecc., però non ci comporteremmo in modo aggressivo, perché è troppo “costoso”, è troppo “costoso”, in termini di effetti nell'immediato e nel medio e lungo termine.

La rabbia ha un grande potere di distruggere tutto ciò che di “buono” abbiamo fatto, di consumare e cancellare tutta l'energia positiva che abbiamo creato.

La rabbia distrugge le amicizie, i rapporti tra le persone, la nostra salute.

La rabbia distrugge le amicizie, i rapporti tra le persone, la nostra salute !!

Un po' tutti (in modi diversi) passiamo parte del nostro tempo (spendendo anche spesso del denaro) per curare il nostro aspetto fisico, e poi ci troviamo a buttare via tutto in un attimo arrabbiandoci: la rabbia ci fa diventare brutti.

Una persona pacifica è invece attraente, anche se le sue caratteristiche fisiche non rispettano i canoni di bellezza “sociali” condivisi.

Se ci osserviamo con oggettività possiamo accorgerci che veniamo attratti da una persona se il suo “stato interiore” ci piace, più che dal suo aspetto esteriore (che risponde a dei parametri “sociali”).

Indipendentemente dal fatto che quello che sta accadendo sia “realmente” giusto o sbagliato, reagire (agire automaticamente) con aggressività produce solo effetti “negativi”.
Lo stesso vale se abbiamo una reazione aggressiva in seguito a un comportamento aggressivo nei nostri confronti: in tal caso ci poniamo sullo stesso livello, non c'è differenza.
L'aggressività nei nostri confronti non giustifica una analoga reazione (automatica), non faremmo altro che creare un ping pong che peggiora la situazione (questo nel piccolo come nel grande, basti pensare alle cause delle guerre ..).

NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

Rispetto a quanto abbiamo detto finora una cosa diversa è usare consapevolmente una “attitudine forte” in maniera deliberata (quindi non automatica) se vogliamo opporci ad una certa situazione.
In questo caso, una volta “risolta” la situazione, una volta ottenuto quello che ci siamo proposti (il motivo per cui siamo intervenuti), potremo decidere di non continuare con un comportamento “violento” (es.: di punizione, di vendetta), che a quel punto potrebbe essere non più necessario, non più utile.

Una cosa è la volontà di fare del male (perchè qualcosa di esterno ci fa male dentro), una cosa è intervenire con forza, con fermezza, in alcune situazioni.

A volte potrebbe essere utile inscenare una sorta di “teatro” per risolvere una situazione, come “far finta” di arrabbiarsi (facendo molta attenzione che questo però non diventi una abitudine).
In questo caso, una volta terminara la “recita” potremo sperimentare che non rimane una tensione interna.

NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

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Cosa possiamo fare quando siamo di fronte a qualcosa che per noi è oggetto di rabbia, qualcosa che non ci piace, che secondo noi non è giusto?

L'energia prodotta dalla rabbia è un tipo di energia tra i più difficili da domare, possiamo usare (indirizzare) questa potente energia evitando di seguire l'attitudine interna di produrre dei danni, di fare del male.

Possiamo impegnarci a prendere quell'energia, quella forza che emerge, e a direzionarla verso la soluzione, possiamo impegnarci a cambiare la situazione, a mettere l'energia da un'altra parte.

Quando ci troviamo davanti a situazioni, persone, oggetti, luoghi .. che ci tirano fuori la rabbia, invece di reagire con aggressività (perché siamo consapevoli del male che questo produce a noi stessi e agli altri) possiamo prendere quella energia e impegnarci a direzionarla verso qualcosa che rappresenti una soluzione, non verso quello che giudichiamo essere il problema (o la apparente causa del problema).

INVECE DI CERCARE DI DISTRUGGERE CERCHIAMO DI COSTRUIRE !!

NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

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Un importante aspetto che riguarda la Pazienza è non rinunciare a quello che è nostra intenzione fare. Non mollare !!

La nostra capacità di rispettare un impegno anche di fronte ad una difficoltà è una capacità che richiede Pazienza (e Costanza).
A volte accade che abbiamo preso un impegno, nel procedere incontriamo una difficoltà e non lo portiamo a termine, lo molliamo.

E' importante non bloccare l'energia che emerge nella “sconfitta” (apparente), se vogliamo fare qualcosa e si creano delle condizioni che ce lo impediscono, possiamo sforzarci a direzionare la nostra energia in qualcos'altro, invece di rimanere male e bloccarci, invece di tenere quella situazione ferma.

NON E' UTILE REPRIMERE MA DIREZIONARE LA NOSTRA ENERGIA !!

Essere aggressivi fisicamente, verbalmente, mentalmente, non fa altro che generare sofferenza a noi e agli altri.

Come detto ci sono delle volte in cui può essere richiesto l'uso di “più forza”, in tal caso bisogna avere la saggezza necessaria per gestire le “maniere forti”.

Attenzione a non utilizzare la suddetta affermazione come un alibi: prima dobbiamo imparare a pacificare, poi a incrementare, poi a influenzare, e poi possiamo imparare a usare la forza per opporci.

La Pazienza è una Qualità che va addestrata, iniziando con le cose più piccole e più semplici.
Ci sono delle piccole cose che non ci piacciono e che provocano una certa aggressività, tutti le abbiamo, è li che dobbiamo praticare: è lì che dobbiamo cominciare a osservarci e vedere la situazione, essendo consapevoli che usare la rabbia per distruggere non fa bene a noi e agli altri.

Spesso usiamo una “strategia” per non arrabbiarci: giustifichiamo la situazione per non lavorarci su, cercando così di “smontare” l'oggetto di rabbia, dandogli poca importanza. Ad esempio ci diciamo: non è così cattivo, non voleva fare così, non è proprio così. Questa strategia non funziona.

NON DOBBIAMO ELIMINARE LA RABBIA ELIMINANDO L'OGGETTO DI RABBIA !!

Se non c'è più l'oggetto di rabbia in questione oggi, probabilmente domani ce ne sarà un altro, non è questa la soluzione.

Dobbiamo comprendere, e ricordare, che qualunque cosa accada non è una ragione per arrabbiarci.

Chiediamoci: “Con la rabbia si risolvono le cose? Con la rabbia diminuisce la sofferenza?”

Quando ci arrabbiamo è come se prendessimo un cartello grande con sopra scritto: “Guarda come sono ignorante: per non soffrire soffro ancora di più !!”.

LA RABBIA E' UNA REAZIONE (AUTOMATICA) PER ALLONTANARE UNA “SITUAZIONE” (UNA PERSONA, UN OGGETTO, UN LUOGO ..) CHE CI FA SOFFRIRE, PECCATO CHE UNA VOLTA ALLONTANATA SPESSO SOFFRIAMO ANCORA DI PIU' !! (SUBITO O SUCCESSIVAMENTE)

La nostra aggressività spesso fa parte anche della nostra educazione. La apprendiamo dal contesto in cui siamo cresciuti, perlopiù attraverso l'esempio, dalle reazioni che abbiamo visto attuare agli altri (genitori, parenti, amici, colleghi ..). Spesso tanti di noi maturano pian piano dei modi di fare, una attitudine alla rabbia, che diventa una abitudine.

Se vogliamo modificare questa situazione “di partenza” dobbiamo sforzarci gradualmente di uscire da questa apparente situazione di comfort, dobbiamo prima di tutto sforzarci di non reagire automaticamente, con aggressività, fisicamente, poi verbalmente e poi mentalmente.

Se vediamo che riusciamo ad evitare la reazione aggressiva, ma non riusciamo a ridirezionare l'energia prodotta, sforziamoci comunque di farlo in qualche modo.

Ad esempio: impegniamoci in qualche attività creativa, andiamo a nuotare, a correre, a camminare, andiamo in bagno e gridiamo .. sforziamoci di fare qualcosa per direzionare quella imponente quantità di energia, non teniamola dentro, perché se non la direzioniamo consapevolmente, comunque va a finire da qualche parte.

UN IMPORTANTE AIUTO CI VIENE DA UNO STRUMENTO UTILISSIMO SEMPRE A NOSTRA DISPOSIZIONE, IL RESPIRO:
quando sentiamo la rabbia salire possiamo respirare lentamente, profondamente, consapevolmente, con la nostra attenzione nell'addome che si gonfia e si sgonfia come un palloncino.

La cosa importante nella pratica della Perfezione della Pazienza è ricordare e ripetere a noi stessi con decisione che:

NON ESISTE RAGIONE AL MONDO PER REAGIRE CON AGGRESSIVITA'.

Arrabbiarci non porta nessun beneficio.

DIFFICILMENTE CI ARRABBIAMO PER COME LE COSE SONO.

LA MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE CI ARRABBIAMO PERCHE' LE COSE NON SONO COME SECONDO NOI DOVREBBERO ESSERE.

DIFFICILMENTE CI ARRABBIAMO PER COME LE COSE SONO.
LA MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE CI ARRABBIAMO PERCHE' LE COSE NON SONO COME SECONDO NOI DOVREBBERO ESSERE.

Una utile strategia di realizzazione della Pazienza è quella di prepararci agli eventi con massimo impegno, ma con aspettative basse, predisponendoci all'eventualità di dover affrontare situazioni spiacevoli.

Quando ad esempio un guerriero parte per una battaglia e si mette l'armatura, non lo fa perché l'armatura è bella e comoda, lo fa perché sa che prenderà dei colpi, sa già in partenza che potrà prendere dei colpi, dei colpi che faranno male.
Quando gli capiterà di prendere dei colpi non si fermerà, continuerà ad avanzare.
Chi ha paura dei colpi non pensa neanche lontanamente ad “andare in battaglia”, rimarrà fermo nella sua (presunta) zona di comfort.

Indossiamo quindi la nostra armatura di Pazienza, non con lo scopo di evitare le situazioni che temiamo ci facciano male, ma per poter affrontare qualunque situazione, anche la peggiore, nel migliore dei modi.

Abbassiamo le nostre aspettative, non ci facciamo condizionare dalle nostre aspettative.

Più le nostre aspettative sono basse, più siamo disposti interiormente ad affrontare le difficoltà, per poi piacevolmente accorgerci che spesso le difficoltà ci colgono di meno.

Con questo atteggiamento la reazione di (eventuale) “delusione” sarà di minore intensità: se ci aspettiamo che una persona sia gentile e amorevole e invece fa la “faccia storta” ci possiamo innervosire; se invece ci aspettiamo una certa aggressività da parte di una persona e poi ci fa “solo” la “la faccia storta”, ci scopriremo a pensare che tutto sommato ci è andata bene.

La Pazienza è quindi come una armatura, ci permette di prepararci alle “difficoltà”, accettando anche di dover affrontare “il peggio”.

Potremo poi accorgerci che difficilmente succederà “il peggio”, e di questo faremo tesoro.

Molto spesso diventiamo nervosi, ci arrabbiamo, a causa delle aspettative che ci creiamo.

Un esempio classico di come “funzioniamo” per quanto riguarda le aspettative è il nostro atteggiamento nei confronti del traffico. Un po' tutti ci arrabbiamo quando c'è traffico.

Perché ci arrabbiamo quando c'è traffico? Di solito è per la nostra aspettativa, perché pensiamo che per arrivare da un posto all'altro ci vogliano 4 minuti e non ci siano macchine .. poi invece ce ne mettiamo 40 perchè c'è un mare di traffico ..

Possiamo arrabbiarci per questo? possiamo reagire con aggressività?

Ebbene lo facciamo !! La causa è la nostra aspettativa nei confronti di quella situazione, quello che riteniamo che sia giusto. (Quando in effetti analizzando bene la situazione sappiamo che il traffico è una concreta possibilità).

Uno dei modi per diminuire la rabbia è abbassare le aspettative.

Succede spesso che le persone che sono passate attraverso grandi difficoltà riescano ad avere più gratitudine.

La Pazienza è una forma di Spazio Interiore. Non importa ciò che accade, ho Spazio per accogliere, per avere la distanza per poter mettere in atto una azione volontaria (consapevole) e non una reazione immediata (automatica).

Uno dei modi per praticare la Pazienza è creare uno spazio interiore, che permetta di compensare, prima di avere la reazione.
Ad esempio con l'aiuto del respiro (come una sorta di valvola di sfogo): mi trovo in una situazione, accade qualcosa, prima di parlare, prima di agire, inpiro profondamente, lentamente (già succede qualcosa), poi espiro e “quella cosa” che devo affrontare spesso assume una forma diversa e possoro agire deliberatamente invece di reagire automaticamente.

Il nostro Obiettivo è imparare ad agire deliberatamente, consapevolmente, invece di reagire automaticamente.

E' possibile arrivare ad un punto in cui c'è qualcosa che ci da fastidio, non ci piace, però non lasciamo che quella cosa si impadronisca delle nostre azioni, delle nostre parole, dei nostri pensieri.

Quando abbiamo una sensazione di disagio, possiamo osservarci, poi possiamo decidere di non seguire quella “attitudine”, senza lasciare che le nostre parole e le nostre azioni seguano quel “comando”, aspettando che la “temperatura” si abbassi, aspettando di calmarci e poi pian piano andiamo avanti.

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Il primo passo è “direzionarsi” fisicamente, poi verbalmente, poi agire deliberatamente.
Ad esempio a livello verbale invece di sbraitare possiamo comunicare: “sono arrabbiato, meglio che non parlo (e meglio che non scrivo ..)”, altrimenti quasi sicuramente diremo cose che non vorremmo dire, oppure diremo quello che vogliamo dire in maniera sbagliata (che comunque non serve a nulla).

Centrandoci riusciremo a dire la cosa giusta nel modo giusto (in modo che possa essere compresa).

Gradualmente arriveremo al punto di non reagire anche dal punto di vista mentale, non ci verranno pensieri di aggressività davanti a un oggetto di rabbia.

Un ultimo passaggio sarà quello di sentire che per noi non esistono più oggetti di rabbia.
Per arrivare a questo dovremo aver perfezionato la nostra Qualità più difficile da coltivare e da migliorare: la Saggezza (che vedremo più avanti, come ultima Qualità).

Il NOSTRO OBIETTIVO E' NON REAGIRE AGGRESSIVAMENTE DI FRONTE AD OGGETTI DI RABBIA.

Ricordiamo sempre che è un allenamento, un perfezionamento, che quindi dobbiamo iniziare da piccole cose.

Ricordiamoci anche che abbiamo una grande influenza da parte del corpo, ci sono delle volte che fisicamente non stiamo bene, che siamo più sensibili, che facilmente diventiamo più nervosi, reagiamo con più facilità, essendo più sensibili le cose ci danno più fastidio.

Se ad esempio a livello fisico o emotivo siamo in un momento di grande sofferenza e viene una persona e ci dice una cosa che consideriamo “stupida”, in noi “scatta” più facilmente la reazione automatica.

Quando siamo più sensibili, riusciamo con maggiore difficoltà ad accettare alcune cose.

Importante è quindi osservarci con oggettività e riconoscere e ricordare che in quel momento, in quel luogo, con quella persona, in quella situazione, siamo più sensibili. Se sappiamo come ci sentiamo in quel momento possiamo gestire meglio le nostre azioni, evitando di avere reazioni incontrollate.

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LA RABBIA DELL'”ALTRO”

Ricordiamo sempre che è poco raccomandabile parlare della rabbia a una persona arrabbiata, perchè chi è arrabbiato è sempre convinto di avere ragione.

Se cerchiamo di parlare con qualcuno che è arrabbiato per calmarlo, per lui diventeremo anche noi un oggetto di rabbia.
Quello è il momento meno opportuno per dire ad esempio: “non arrabbiarti, non serve a niente”.

Se siamo di fronte a una persona arrabbiata è importante non entrare anche noi nella rabbia della persona, è importante saperla accogliere senza lasciarci coinvolgere.

Ricordiamo che in quel momento la persona non è padrona dei suoi comportamenti, di quello che dice: è posseduta dalla rabbia.
Sembrava andasse tutto bene e all'improvviso tutto cambia, l'espressione del viso cambia (cambia faccia), la voce cambia, cambia tutto, è come se quella persona diventasse un'altra persona.

Quando siamo di fronte alla persona arrabbiata dobbiamo stare attenti a non attribuire lo stesso valore a ciò che dice, a come si comporta, del valore che daremmo in un altro momento: ricordiamo che in quel momento quella persona non è padrona di sé, è preda della rabbia (e che a noi spesso accade la stessa cosa).

Da parte nostra più andremo a reagire con aggressività e con rabbia, e più contribuiremo ad aumentare la rabbia dell'altra persona, in un crescendo poco utile.

Potrebbe succedere anche che l'altra persona si arrabbi ancora di più perché non ci arrabbiamo, pensando che non ci interessi di lui: in tal caso potremmo inscenare una specie di recita per bloccare il processo, senza entrare veramente nella reazione.
Attenzione però a non far diventare questa recita una abitudine, perché noi siamo le nostre abitudini e dobbiamo fare molta attenzione alle abitudini che stiamo scegliendo e coltivando.

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Ovviamente non è sufficiente conoscere teoricamente quello che stiamo condividendo in queste pagine, così come non basta continuare ad arrabbiarci e chiedere scusa per come ci siamo comportati.

Possiamo cominciare a lavorare sulla Pazienza (e sulla rabbia) impegnandoci ad immaginare le situazioni di rabbia in situazioni di “calma”: possiamo immaginare di scegliere i nostri comportamenti, e di adottare tali comportamenti.

NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

E' quando non siamo arrabbiati che dobbiamo riflettere sugli effetti di questa attitudine, a come non ci faccia bene, a come non faccia bene a chi sta con noi.

Se non lavoriamo per questo quando non siamo arrabbiati a maggior ragione non riusciremo a farlo quando saremo arrabbiati.

Non dobbiamo riflettere sul perché mi sono arrabbiato, sulle cause che mi hanno provocato la reazione e senza le quali non mi sarei arrabbiato.
Non importa quello che è accaduto, possiamo avere tutta la ragione del mondo, non è questo il punto su cui focalizzarci.

IL PUNTO E' CHE NON ESISTE RAGIONE NEL MONDO PER ARRABBIARSI !!

Dobbiamo lavorare sulla nostra attitudine ad arrabbiarci, non ci sono giustificazioni da portare (mi arrabbio perchè mio padre .. , tutti si arrabbiano .. ha cominciato prima lui ..): noi vogliamo cambiare la nostra attitudine, non dare la colpa a qualcuno per la nostra rabbia.

Un importante passo è smettere di giustificare la rabbia (mi arrabbio perchè mio padre .. , tutti si arrabbiano .. ha cominciato prima lui ..): ci siamo arrabbiati, il momento è passato, non lo giustifichiamo, non abbiamo più bisogno di avere questo tipo di reazione.

A situazione “tranquilla” possiamo lavorare per cambiarla se vogliamo, ma senza giustificare la rabbia.
Non abbiamo bisogno di dimostrare che siamo una vittima del mondo che ci fa arrabbiare.

Noi vogliamo migliorare e perfezionare la Qualità della Pazienza, senza giustificare la rabbia.

Smettiamo di considerarci la vittima di un mondo che provoca la nostra rabbia.

La perfezione della Pazienza si realizza quando di fronte a qualunque situazione (anche la “peggiore”) non sorge nessun livello di aggressività interiore.
Anche di fronte a qualcosa di “orribile” non abbiamo una reazione “interna” di aggressività verso l'oggetto, la situazione, o la persona che sta realizzando quella situazione.

E' un lavoro lungo, in cui si procede a piccoli passi.
Ricordiamo che ci sono delle reazioni che non possiamo permetterci, perché costano troppo. Ci sono delle reazioni che potremmo avere anche una sola volta, per poi “pagarle” per tutta la vita (e oltre ..).

Ci sono delle situazioni di aggressività vissute con altre persone, che a distanza di anni ancora ci tornano su, non le abbiamo “digerite”, anche se intellettualmente pensiamo di averle superate.

Scegliamo almeno un giorno alla settimana, ad esempio il mercoledì, e facciamolo diventare il Giorno della Pazienza”.

In quel giorno della settimana diamo alle nostre azioni, alle nostre parole, ai nostri comportamenti, una enfasi particolare nell'accorgerci della nostra attitudine alla rabbia, scegliendo le nostre azioni, invece di cedere il controllo alle nostre reazioni automatiche.

Solo con i piccoli passi possiamo raggiungere distanze che non possiamo neanche immaginare.

Portiamo la pratica (non solo la conoscenza) delle nostre Qualità nella nostra quotidianità.

Quando pratichiamo le nostre Qualità per migliorarle stiamo trasformando i momenti ordinari della nostra vita in Momenti Straordinari.














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